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IL PAPA: SOLISARIETA' ,

o il MONDO vs in ROVINA

2008-12-23

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Dalessandro Giacomo

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

 

CORRIERE della SERA

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2008-12-25

Benedetto XVI tra la crisi e le guerre:

"Solidarietà o il mondo va in rovina"

Negli auguri rivolti all'Italia, il Papa ha ricordato la "considerevole crisi economica"

Benedetto XVI (Epa)

Benedetto XVI (Epa)

CITTÀ DEL VATICANO - "Se ciascuno pensa solo ai propri interessi, il mondo non può che andare in rovina". No alla "logica dello scontro e della violenza", ma "comporre le tensioni" e trovare "soluzioni giuste e durature ai conflitti" che travagliano la Terrasanta, i rapporti tra israeliani e palestinesi, le situazioni in Libano, in Iraq e "ovunque in Medio oriente, in Somalia, Darfur, nella regione del Kivu in Congo, Zimbabwe. Lo ha chiesto Benedetto XVI nel messaggio natalizio durante la benedizione "Urbi et orbi" ("Alla città e al mondo") con auguri in 64 lingue, una in più dello scorso anno (islandese), aperti come sempre con l'italiano e conclusi con il latino.

 

DIGNITÀ E DIRITTI - Il Papa ha indicato come portatori di rovina le violazioni dei diritti, gli egoismi personali e di gruppo, il terrorismo, la mancanza dei beni di sopravvivenza "anche nelle nazioni del benessere". "Dove la dignità e i diritti della persona umana sono conculcati, dove gli egoismi personali o di gruppo prevalgono sul bene comune; dove si rischia di assuefarsi all'odio fratricida e allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo; dove lotte intestine dividono gruppi ed etnie e lacerano la convivenza; dove il terrorismo continua a colpire; dove manca il necessario per sopravvivere; dove si guarda con apprensione a un futuro che sta diventando sempre più incerto, anche nelle nazioni del benessere: là risplenda la Luce del Natale e incoraggi tutti a fare la propria parte, in spirito di autentica solidarietà. Se ciascuno pensa solo ai propri interessi", ha concluso Joseph Ratzinger, "il mondo non può che andare in rovina".

ITALIA - Nel fare gli auguri all'Italia, il Papa ha ricordato che "in questo nostro tempo segnato da una considerevole crisi economica, possa il Natale essere occasione di più grande solidarietà tra le famiglie e le comunità che compongono la cara nazione italiana. Dalla povera e umile grotta di Betlemme si diffonda dappertutto la luce della speranza evangelica e risuoni l'annuncio che nessuno è estraneo all'amore del Redentore".

FOLLA - Grande animazione in piazza San Pietro a mezzogiorno quando il pontefice si è affacciato dalla loggia delle benedizioni della basilica per la benedizione Urbi et orbi. Sul sagrato si sono disposte le bande militari delle varie armi italiane e il reparto delle guardie svizzere in divisa di gala. Le bande secondo la consuetudine aprono la cerimonia e la concludono eseguendo gli inni pontificio e italiano. Una folla di fedeli e turisti si è radunata in piazza anche per ammirare il presepio, uno dei più grandi del mondo, accanto al quale svetta l'abete di 33 metri donato dalla Bassa Austria.

25 dicembre 2008

 

 

E Tettamanzi vara un fondo anti-crisi

L'arcivescovo di Milano stanza un milione di euro per chi rischia il lavoro: "È una goccia nel mare delle necessità"

Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano (Ap)

Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano (Ap)

MILANO - Un fondo dalla dotazione iniziale di un milione di euro per le famiglie in difficoltà. Lo ha annunciato l'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, durante l'Omelia pronunciata nella messa di Natale al Duomo di Milano. "In questa Notte Santa, come Arcivescovo di Milano mi appello alla responsabilità dei singoli e delle comunità cristiane della diocesi e propongo di costituire il "Fondo famiglia-lavoro" - ha detto Tettamanzi - per venire incontro a chi sta perdendo l’occupazione. Come avvio di questo fondo, attingendo dall’otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte pervenute in questi giorni "per la carità dell’Arcivescovo", da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali metto a disposizione la cifra iniziale di un milione di euro".

IL FONDO - L'arcivescovo di Milano, che ha incentrato la sua Omelia sul significato solidaristico del Natale cristiano, ha auspicato una nuova "primavera sociale" e "gesti concreti di solidarietà": "Chiedo a tutte le comunità cristiane della diocesi di riflettere sulle conseguenze della crisi economica, di prestare particolare attenzione alle famiglie in difficoltà a causa del lavoro, di aderire con generosità a questo fondo". Riguardo al Fondo di solidarietà avviato, afferma che "sarà compito insieme dei sacerdoti e dei laici - attraverso i consigli pastorali, per gli affari economici e gli altri organismi competenti - operare un serio discernimento e decidere come parteciparvi". "Anticipo già da ora - ha proseguito Tettamanzi - che la distribuzione dei fondi non avverrà immediatamente ma nei prossimi mesi e non sarà a pioggia ma a destinazione mirata". Si tratta, ha spiegato, di risorse che non devono costituire "una forma di assistenzialismo, affinché chi perde il lavoro non perda anche la propria dignità". Tettamanzi è consapevole che l’iniziativa "è poco più di una goccia rispetto al mare delle necessità". Vuol essere però un segno con cui la Chiesa ambrosiana manifesta il suo impegno di sobrietà e di solidarietà e, soprattutto, "vive e testimonia la sua fede nel Signore che si è fatto uomo tra gli uomini, servo tra i poveri e per i poveri. Un dono che vogliamo portare alla grotta di Betlemme, contemplando nel Bambino Gesù tutti i poveri e sofferenti del mondo".

25 dicembre 2008

REPUBBLICA

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2008-12-25

Appello del Papa per la crisi economica

"Se vince l'egoismo, il mondo va in rovina"

E ieri alla Messa di mezzanotte il Pontefice ha posto l'accento sui bambini

chiedendo che si ponga fine al loro sfruttamento, a cominciare dalle guerre e dalla pornografia

Appello del Papa per la crisi economica "Se vince l'egoismo, il mondo va in rovina"

Bendetto XVI

CITTA' DEL VATICANO - Il Natale come occasione per aprirsi alla solidarietà "tra le famiglie e le comunità", scelta più che mai urgente "in questo tempo segnato da una considerevole crisi economica". E' il messaggio lanciato dal Papa in occasione della tradizionale benedizione 'urbi et orbi' ('alla città e al mondo') dalla loggia delle benedizioni di piazza San Pietro. "Se ciascuno pensa solo ai propri interessi, il mondo non può che andare in rovina", è il monito del Papa. La benedizione quest'anno viene impartita in 64 lingue, una in più rispetto allo scorso anno. La 'new entry' è l'islandese.

"In questo nostro tempo, segnato da una considerevole crisi economica - ha detto Papa Ratzinger - possa il Natale essere occasione di più grande solidarietà tra le famiglie e tra le comunità che compongono la cara nazione italiana. Dalla povera e umile grotta di Betlemme, si diffonda dappertutto la luce della speranza evangelica e risuoni l'annuncio che nessuno è estraneo all'amore del redentore".

Benedetto XVI ha anche ripetuto con forza che occorre trovare "soluzioni giuste e durature ai conflitti" che travagliano la Terrasanta, i rapporti tra israeliani e palestinesi, le situazioni in Libano, in Iraq e "ovunque in Medio oriente".

E ha invocato anche la pace per "gli abitanti dello Zimbabwe" da troppo tempo nella "morsa di una crisi economica e sociale" che si aggrava. Per il Congo e "specialmente" il "martoriato" Kivu. Per Darfur e Somalia, le cui interminabili sofferenze sono tragica conseguenza dell'assenza di stabilità e di pace".

Il messaggio della Messa di mezzanotte. Ieri, in occasione della celebrazione della messa di mezzanotte nella basilica di San Pietro, Benedetto XVI ha invece lanciato un appello per i bambini rifiutati, per i bimbi "di strada e i bambini soldato", per quelli abusati, anche attraverso la "pornografia". E ha chiesto ad ognuno di "fare tutto il possibile affinchè finisca la tribolazione di questi bambini" e un "cambiamento nell'intimo dell'uomo" che solo consentirebbe di superare "la causa di tutto questo male" e vincere "il potere del maligno".

Riflettendo sulla nascita di Gesù bambino Benedetto XVI ha esortato a pensare "in questa notte in modo particolare anche a quei bambini ai quali è rifiutato l'amore dei genitori. Ai bambini di strada che non hanno il dono di un focolare domestico. Ai bambini che vengono brutalmente usati come soldati e resi strumenti della violenza, invece di poter essere portatori della riconciliazione e della pace. Ai bambini che mediante l'industria della pornografia e di tutte le altre forme abominevoli di abuso vengono feriti fin nel profondo della loro anima".

"Il Bambino di Betlemme - ha aggiunto - è un nuovo appello rivolto a noi, di fare tutto il possibile affinché finisca la tribolazione di questi bambini". "Soltanto attraverso la conversione dei cuori, soltanto attraverso un cambiamento nell'intimo dell'uomo - ha osservato - può essere superata la causa di tutto questo male, può essere vinto il potere del maligno". "Solo se cambiano gli uomini, - ha concluso - cambia il mondo...".

Dio è "là dove gli uomini non vogliono fare in modo autonomo della terra il paradiso, servendosi a tal fine della violenza", ha detto il Papa nella prima parte dell'omelia. E ha aggiunto che è a questi uomini che Dio "dona la sua pace". Benedetto XVI ha ricordato che il dio cristiano si fa uomo "dapprima davanti a persone di condizione molto bassa, davanti a persone che nella grande società erano piuttosto disprezzate". "Solo il cuore vigilante - ha aggiunto - è capace di credere al messaggio" del cristianesimo.

Al rito hanno partecipato cardinali, vescovi, membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ed era presente anche il presidente del Senato italiano, Renato Schifani, tornato dal Libano dove ha visitato i militari italiani in missione di pace.

(25 dicembre 2008)

 

 

 

La crisi nelle omelie di Natale

Tettamanzi apre un fondo disoccupati

La crisi nelle omelie di Natale Tettamanzi apre un fondo disoccupati

L'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi

ROMA - La crisi economica che ha travolto il mondo finanziario e del lavoro è stata al centro delle omelie della notte e del giorno di Natale. Oltre al Papa, che da piazza san Pietro ha invitato gli italiani "a una più grande solidarietà tra le famiglie e le comunità", l'arcivescovo di Torino Severino Poletto ha espresso preoccupazione per la crisi esortato i fedeli a "non perdere la fiducia" mentre il cardinale Tettamanzi a Milano ha aperto un fondo da un milione di euro per i disoccupati.

A Torino la crisi economica è stata al centro dell'omelia del cardinal Poletto che nella messa di Natale celebrata in Duomo a mezzanotte e stamani ha esortato i fedeli a "non perdere la fiducia". "Questa preoccupante crisi - ha detto il cardinale - è frutto soprattutto di scelte nefaste di persone che in modo irresponsabile ed eticamente detestabile si sono buttate senza scrupoli alla ricerca di facili guadagni. Siamo arrivati a un rischio di povertà allargata perché a livello mondiale una finanza avventuriera ha fatto crollare importanti istituti di credito, ma guai a lasciarci prendere dal pessimismo. E se la nostra vita spirituale diventa più retta, più limpida - ha aggiunto l'arcivescovo di Torino - la crisi potrebbe rivelarsi come un'opportunità positiva perché ci costringe a ridimensionare certi nostri stili di vita. Questo - ha concluso - è il momento di stare con i piedi per terra e vivere con realismo e saggezza".

L'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, ha invece affrontato la crisi costituendo un Fondo famiglia-lavoro per venire incontro a chi sta perdendo l'occupazione. Come avvio di questo fondo ha messo a disposizione un milione di euro attingendo - ha annunciato nel corso dell'omelia della Messa di mezzanotte in un Duomo gremito - "dall'otto per mille destinato per opere di carità, da offerte pervenute in questi giorni per la carità dell'arcivescovo, da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali".

Anche Tettamanzi ha dedicato gran parte dell'omelia alla crisi in occasione di un Natale che ci chiama "a un supplemento speciale di fraternità e solidarietà": una crisi di "portata mondiale", che secondo gli esperti non ha manifestato ancora "pienamente i suoi effetti destabilizzanti". "Non possiamo stare a guardare" ha detto l'arcivescovo ai fedeli. "Occorre agire. E l'azione ora deve privilegiare chi nei prossimi mesi perderà il lavoro" ha detto il cardinale invocando "gesti concreti di solidarietà" nella sobrietà. Da qui l'idea di costituire un fondo, chiedendo alle comunità cristiane della diocesi di prestare particolare attenzione alle famiglie in difficoltà a causa del lavoro e di aderirvi. E sarà compito di sacerdoti e laici decidere come parteciparvi: rimandando spese non urgenti, destinando percentuali del bilancio parrocchiale. Le modalità di gestione - che Caritas Ambrosiana e Acli stanno già studiando - verranno rese note successivamente. Il cardinale ha solo anticipato alcune direttrici: "la distribuzione dei fondi non avverrà immediatamente ma nei prossimi mesi e non sarà a pioggia ma a destinazione mirata" perché "queste risorse non devono essere una forma di assistenzialismo, affinché chi perde il lavoro non perda anche la propria dignità".

(25 dicembre 2008)

 

 

 

 

Moschee, Borghezio attacca Tettamanzi

"Sconcertante la sua presa di posizione"

L'eurodeputato della Lega nel giorno della vigilia di Natale ha messo in scena la sua protesta sventolando un telone dalle guglie del del Duomo

Uno striscione bianco, con la scritta a caratteri cubitali rossi: "No moschee". Mario Borghezio, eurodeputato della Lega Nord, nel giorno della vigilia di Natale ha messo in scena la sua protesta sventolando il telone dalle guglie del lato sinistro del Duomo di Milano. L'esponente dela Lega è salito sulla cattedrale intorno alle 14.30 esponendo lo striscione per pochi istanti, fino a quando sono arrivati alcuni addetti alla sicurezza che l'hanno fatto desistere. A quel punto Borghezio, assieme a due collaboratori, ha sventolato tre stendardi con sopra disegnati tre cuori sovrastati da una croce.

E' stata "una risposta alla sconcertante presa di posizione dell'arcivescovo Tettamanzi sulle moschee", ha poi commentato Borghezio. "Non è stata un'iniziativa di partito, ma dell'associazione Padania cristiana. E' stato un gesto simbolico, rispettoso dei luoghi e del momento. Non abbiamo fatto confusione, non abbiamo pronunciato una sola parola. E' stata la risposta all'arcivescovo - ha ribadito l' eurodeputato, che è stato identificato con gli altri manifestanti dagli agenti della Digos - Di moschee a Milano ce ne sono già troppe e rappresentano spesso un problema per la sicurezza. Bisogna stopparne l'espansione".

(24 dicembre 2008)

 

L'UNITA'

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2008-12-23

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2008-12-25

Cei, Bagnasco ai politici: "Contro la crisi meno litigi"

24 dicembre 2008

Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, fa il punto sul Paese e sulla Chiesa in una intervista a Famiglia Cristiana. In particolare per superare la crisi economica il cardinale invita la politica a litigare di meno. "Parlarsi di più, confrontarsi su obiettivi unitari. E non perdere il riferimento alla dimensione etica, nella vita personale e anche nella vita pubblica, nell'economia, nella finanza, nella politica - dice il porporato a "Famiglia Cristiana" - senza valori non si costruisce nulla e non si va da nessuna parte". Per il presidente della Cei "la crisi porta a maggiore litigiosità. Ma la contrapposizione non è mai una buona strada da percorrere. Dobbiamo fare i conti con i problemi urgenti della gente e del Paese". Il presidente della Cei nell'intervista affronta anche il nodo del quoziente familiare: "è una scelta che noi auspichiamo e confermiamo. Il Forum delle famiglie è stato sempre molto chiaro su questo tema, e mi pare che sia un percorso condiviso da molti. Certo bisogna fare i conti con le possibilità concrete di spesa". Il richiamo di Bagnasco per superare la crisi è quello di "uno stile di vita più sobrio. Ma è un richiamo che non possiamo fare alle fasce più povere della popolazione: sarebbe offensivo. Chi ha di più, nonostante la crisi, deve ascoltarci e aumentare il senso di responsabilità e di dovere. La fiducia e la speranza nel futuro si costruiscono tutti insieme, altrimenti non si supera una situazione complessa di carattere globale. I tempi nessuno li conosce. Ma il metodo, sì: lavorare insieme, ognuno secondo la propria responsabilità, senza egoismi". Bagnasco parla anche di povertà nel Paese. "La realtà è quella che vediamo tutti i giorni. Anche la Caritas nel suo ultimo rapporto denunciava un aumento dei poveri. Ma credo che l'Italia, grazie alla sua indole e all'intraprendenza dei cittadini possa uscire meno peggio di altri Paesi dalla crisi. Abbiamo maggior senso del risparmio, siamo meno avventurieri di altri. La situazione è preoccupante e seria. Non c'è dubbio. Specialmente per le famiglie monoreddito con figli, per i giovani che cercano lavoro e per le persone sole e malate". "C'è una forbice che si allarga - conclude - e quelli che fino a ieri non avevano problemi con il cibo, i vestiti, l'affitto e le bollette, oggi faticano ad arrivare alla fine del mese. Poi, c'è la povertà estrema, che è in aumento, ma stanno aumentando anche i benestanti".

RU486

"La Ru486 è una cosa grave" perchè "si rischia di banalizzare l'aborto e dimenticare la prima parte della 194, quella sulla prevenzione". Usa parole dure il presidente della Conferenza episcopale italiana. secondo il cardinale "non dobbiamo cercare tutti i modi per abortire meglio e più in fretta, ma lavorare perché si possa scegliere di non abortire, con aiuti alle donne, alle coppie, alle famiglie. La RU486 è una cosa grave".

Legge sul "fine vita"

Parlando della necessità di una legge sul "fine vita", il numero uno dei vescovi spiega: "L'abbiamo chiesta più volte e oggi è indispensabile, dopo le recenti sentenze della magistratura. Dovrà avere un ampio consenso - dice - e prevedere come irrinunciabili idratazione e nutrizione, che non sono terapie. E poi, deve salvaguardare la responsabilità del medico, che non può essere ridotto a semplice notaio di decisioni altrui. Anche le dichiarazioni eventuali del paziente - conclude Bagnasco - devono essere assolutamente documentate e certe, e non suscettibili di interpretazioni da parte di nessuno".

Finaziamenti alle scuole cattoliche

"L'italia deve investire di più e meglio nella scuola. occorre un piano educativo nazionale più efficace e vantaggioso, per i ragazzi e le famiglie" dice il cardinale . Quanto alla polemica sui finanziamenti alle scuole cattoliche"i finanziamenti in questi anni ci sono sempre stati, senza mai alcun aumento. Dalla legge finanziaria di quest'anno, invece - spiega -, sembravano essere spariti. E ciò avrebbe messo in seria difficoltà la scuola paritaria. Quindi osserva: "il 50 per cento delle scuole materne nel nostro paese sono cattoliche. Se non si tratta di un servizio al paese e alle famiglie...".

* Arcivescovo di Vasto-Chieti

 

 

 

 

 

 

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2008-10-31

http://www.avvenire.it

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http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

 

 

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